Il pomeriggio di giovedì 7 agosto, l’Aula riformata di Poschiavo si è riempita di voci, sguardi curiosi ed emozione. Non era un incontro come tanti: tra quelle mura, che da sempre ospitano momenti di condivisione, si stava per raccontare un sogno realizzato.
Il pastore protestante ha aperto l’incontro con parole che hanno riportato tutti indietro nel tempo, fino a quando, nel XVII secolo, la comunità riformata decise di erigere il proprio luogo di culto. Una storia segnata da sfide, determinazione e bellezza, alla quale nei secoli hanno contribuito architetti come Giovanni Sottovia, Nikolaus Hartmann e Mario Semadeni, che con il loro lavoro hanno accompagnato restauri, ampliamenti e interventi di pregio, preservando l’identità dell’edificio.
Poi il racconto si è spostato sul presente, intrecciandosi con la passione e la creatività di Samuele Jenni, studente al terzo anno di maturità. L’idea è nata a gennaio, durante delle serate in famiglia, quando si è parlato del progetto scolastico che avrebbe dovuto realizzare: Samuele ha scelto di riprodurre la chiesa riformata… in mattoncini LEGO.
Da quel momento, la sua vita si è riempita di misurazioni, calcoli e progettazione. Con un’applicazione sul telefono ha rilevato le misure dell’edificio e dei suoi interni, per poi trasferirle in un modello digitale dettagliatissimo. Ha quindi iniziato la ricerca dei pezzi, iscrivendosi a un portale online specializzato nello scambio e nell’acquisto di mattoncini usati, che sono arrivati da molte parti d’Europa. Non sono mancati momenti di suspense: gli ultimi pezzi, indispensabili per completare l’opera, sono arrivati soltanto la mattina stessa della presentazione, trasformando casa in un vortice di attesa, frenesia e sollievo.
La stima iniziale prevedeva 20.000 pezzi, ma il numero è salito a 30.000 quando Samuele ha deciso di includere anche il giardino e l’Aula riformata di Poschiavo. Il risultato è un modello in scala 1:40, affiancato da un modellino più piccolo di circa 2000 pezzi, in scala 1:125, messo in vendita da Samuele a 220 franchi con istruzioni digitali o 230 franchi con istruzioni cartacee. La riproduzione è curata nei minimi particolari: una parete lasciata aperta permette di scorgere l’interno, realizzato con la stessa minuzia e precisione del resto della struttura.
Il lavoro è stato seguito passo per passo da telecamere, con l’obiettivo di realizzare un video-documento. Il filmato, curato da Marco Fighera, dura attualmente 12 minuti e verrà presentato prossimamente.
Al momento della presentazione, il pastore ha trovato anche il modo di sdrammatizzare l’emozione generale, osservando, sorridendo, che «in questa chiesa realizzata da Samuele, i banchi sono pieni di fedeli», cosa che — ha aggiunto — non sempre succede nella realtà. Ha poi espresso orgoglio per aver potuto presentare il progetto proprio in vista di un appuntamento importante per la comunità: il 23 agosto, si svolgerà la cerimonia ufficiale di consegna del premio Wakker, per la valorizzazione del patrimonio architettonico e del borgo. Un riconoscimento che premia Poschiavo, e che rende questa realizzazione di Samuele un tassello perfettamente in sintonia con l’amore per il bello e per la cura del territorio.
Quando l’opera è stata svelata, l’emozione era tangibile: negli occhi di Samuele brillava la soddisfazione di vedere concretizzato un progetto che lo ha accompagnato per mesi; nei sorrisi dei genitori e dei familiari, l’orgoglio di averlo sostenuto e aiutato in ogni fase. Samuele ha voluto ringraziare la famiglia per l’appoggio morale ed economico, per l’incoraggiamento nei momenti di sconforto e per il contributo pratico; ha espresso gratitudine anche al pastore per la disponibilità e l’aiuto nella ricerca di materiali d’archivio, piani, planimetrie e disegni originali.
Il modellino sarà custodito nella chiesa riformata, protetto da una teca in plexiglass per preservarlo dalla polvere e dal rischio di ingiallimento dei mattoncini bianchi, così che possa resistere nel tempo. Non è soltanto un lavoro di precisione: è un atto d’amore verso un luogo e la sua storia, un simbolo di appartenenza, e la prova di quanto il sostegno della famiglia e della comunità possa trasformare un’idea in un’opera che parla al cuore di tutti.