La testimonianza di Marie-Ursula Kind, avvocata e pastora

Marie-Ursula Kind, ex membro del Tribunale Internazionale per l’ex Jugoslavia e oggi pastora a St. Moritz, ha raccontato lunedì sera a Poschiavo il suo percorso tra guerra, giustizia e riconciliazione, ricordando che la pace nasce da dialogo e responsabilità.
19.11.2025
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Due persone in una sala, una seduta e l'altra in piedi mentre parla. Sul tavolo c'è un vaso di fiori e delle bottiglie d'acqua.
Marie-Ursula Kind e Paolo Tognina.
© Laura Ghilotti

Lunedì 17 novembre, nell’Aula Riformata di Poschiavo, Marie-Ursula Kind – oggi pastora a St. Moritz ed ex membro del Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia – ha condiviso il suo intenso percorso tra giustizia, guerra e riconciliazione. Per dieci anni ha lavorato all’Aia nei processi per i crimini commessi durante il conflitto balcanico, confrontandosi con l’ombra più cupa della violenza ma anche con inattesi gesti di umanità. Kind ha raccontato quanto sia difficile ricostruire una società dopo una guerra: punire i colpevoli è solo il primo passo, perché la pace richiede memoria condivisa, istituzioni solide e un impegno costante nel dialogo. La sua esperienza l’ha portata anche in Bosnia e in Kosovo, in progetti di pace sostenuti dalla Svizzera, accanto a comunità chiamate a rimettere in piedi relazioni, fiducia e futuro. Nelle sue riflessioni emerge una certezza: la giustizia umana, pur indispensabile, resta sempre parziale. La pace invece nasce dalle scelte quotidiane, dalla capacità di ascoltare e dal coraggio di comprendere l’altro. La guerra può distruggere in un attimo; ricostruire richiede generazioni. E il primo passo – ha ricordato – comincia da ciascuno di noi.