Lo ha sottolineato il podestà Giovanni Jochum e lo ha ribadito Patrizia Guggenheim, responsabile del Patrimonio svizzero dei Grigioni del sud: il premio Wakker non va al Comune di Poschiavo inteso come istituzione, ma ai suoi abitanti. «Sono loro che hanno fatto sacrifici e investito di persona per il mantenimento degli immobili, degli alpeggi e di tutto il territorio» ha detto il primo cittadino.
Per la consegna del premio, sabato mattina, è stata organizzata una grande festa, culminata in pranzo significativamente aperto a tutti, con un’unica lunghissima tavolata allestita lungo la via da Mezz. Oltre alla musica della Filarmonica di Poschiavo, alla presenza dei ragazzi delle scuole che si sono esibiti in qualche ballo in piazza assieme alle proprie insegnanti, e a tanti ospiti anche da fuori (come il sindaco uscente di Brusio Pietro Della Cà e la collega di Tirano Stefana Stoppani), anche il meteo ci ha messo del suo per rendere unica la straordinaria giornata di festa dei poschiavini, incorniciando le celebrazioni per il premio Wakker 2025 con un sole splendente e un clima caldo e gradevole.
Modello di sviluppo sostenibile
Se il riconoscimento, in sé, ha un valore poco più che simbolico, la sua importanza dal punto di visto storico e culturale è tutt’altro che irrilevante: il Comune vincitore si pone come vero e proprio modello da seguire per tutta la Svizzera in materia di sviluppo sostenibile. Il Patrimonio svizzero, infatti, lo conferisce alla località che maggiormente si segnala per la gestione e la conservazione del proprio patrimonio architettonico e paesaggistico. Non significa soltanto tutela di ciò che è esistente da tempo, ma capacità di coniugare il nuovo con l’antico. Sviluppo sostenibile, appunto. E una valle che è quasi al 100% bio non poteva non rappresentare un faro per tutta la Svizzera e non solo.
Cerimonia in piazza
Maestro di cerimonia sul palco allestito nella piazza Comunale è stato David Villaume, segretario generale del Patrimonio svizzero. Dopo il saluto da parte del presidente del Gran Cosnglio Silvia Hofmann, microfono al podestà di Poschiavo Giovanni Jochum che ha sottolineato il merito corale di tutta la popolazione del Comune. «Il premio è relativo a quanto stato fatto in passato, se adesso non vogliamo farlo morire dobbiamo continuare a operare come abbiamo fatto finora» ha aggiunto il primo cittadino nelle interviste post celebrazioni, lanciando un monito a non sedersi sugli allori.
Patrizia Guggenheim, responsabile del Patrimonio svizzero dei Grigioni del Sud, nota anche per essere la figlia del celebre pittore Varlin, ha spiegato invece nel dettaglio le motivazioni che hanno portato alla scelta di Poschiavo come Comune maggiormente meritevole del riconoscimento, parlando di Poschiavo come di «un Comune speciale, con un ricco patrimonio architettonico salvaguardato negli anni in modo esemplare: il nuovo convive con il vecchio, con edifici storici che tuttora sono molto vivi». Ancora una volta, conferma Guggenheim, l’applauso va alle persone prima ancora che alle istituzioni: «La scintilla che ha convinto tutti a conferire il premio Wakker a Poschiavo è rappresentata dalla popolazione, da tutte le associazioni che danno al paese l’energia per sopravvivere e per andare avanti».
Una tutela… da tutelare
La studiosa Brigitte Moser, presidente della commissione del premio, dopo un excursus storico sul Wakker, ha ricordato anche i criteri seguiti dalla commissione che «analizza nel dettaglio l’operato dei Comuni in relazione all’adempimento dei criteri richiesti per il riconoscimento».
È stato Martin Killias, presidente del Patrimonio svizzero, a consegnare materialmente la targa premio al podestà e ai rappresentanti delle associazioni che operano sul territorio.
«Terrò il mio discorso in italiano, lingua che conosco per averla studiata al liceo a Zurigo, avendola scelta al posto dell’inglese» la premessa accolta dal fragoroso applauso di tutta la piazza.
«Poschiavo ha saputo reagire nel modo migliore a una situazione geografica particolare che, specie in inverno, la rende difficilmente raggiungibile da nord e più facilmente accessibile da sud, dalla Valtellina. Questo ha reso necessario uno sforzo per mantenere in essere una serie di infrastrutture come scuola, ospedale ecc. che in altre regioni probabilmente sarebbero sparite e questo ha certamente contribuito a rendere Poschiavo un luogo attrattivo» ancora Killias.
Dopo aver sottolineato anche gli enormi meriti degli emigrati a cui si devono molti dei bei palazzi del paese, il presidente del Patrimonio svizzero, già professore universitario di Diritto penale di fama internazionale, non rinuncia a lanciare una stoccata alla politica della Confederazione che metterebbe a rischio la tutela stessa dei beni architettonici e ambientali di tutto il territorio elvetico: «Il settore immobiliare permette di realizzare una enorme quantità di denaro e la tutela dei monumenti e dei siti di interesse paesaggistico è considerata da molti immobiliaristi semplicemente un ostacolo alla possibilità di concretizzare ulteriori guadagni e i deputati, che difendono sistematicamente gli interessi di chi ha molto denaro, vogliono smantellare la tutela per poter costruire una follia in Svizzera».
Tra festa e spunti di riflessione
Dopo i saluti e i complimenti a Poschiavo anche da parte di Marcus Caduff, presidente del Governo dei Grigioni, Nicola Passini a nome del comitato organizzatore delle celebrazioni, ha dato ai presenti tutti i dettagli sullo svolgimento della festa, a partire dal pranzo all’aperto in pieno centro e dalla conferenza del primo pomeriggio a Casa Torre dal titolo: “Uno sguardo alla Poschiavo di ieri, oggi e domani” moderato dalla redattrice di RSI Lara Montagna. Relatori il direttore di Valposchiavo Turismo Thomas Fries, lo storico Andrea Tognina e il giornalista RSI Daniele Papacella.
Con l’aiuto di alcuni filmati, i relatori, discorrendo con il numeroso pubblico, hanno avuto modo di ripercorrere l’intera storia del giornalismo locale e dell’evoluzione dell’approccio della televisione alla realtà della Valposchiavo.