Al ristorante senza l'obbligo di dati personali
Secondo il piano di protezione per il settore alberghiero e della ristorazione durante il Covid-19 (pubblicato il 6 maggio 2020), le aziende avrebbero dovuto registrare i dati di contatto degli ospiti per consentire la ricostruzione di un’eventuale catena di contagio. Tra le misure elencate l’obbligo di registrazione dei dati di contatto: nome, cognome, numero di telefono, data e ora; oltre all’obbligo di registrare il numero di tavolo di ogni ospite per qualsiasi consumo in loco. Gli esercenti avrebbero dovuto conservare i dati per 14 giorni e poi cancellarli, l’ufficio medico cantonale avrebbe potuto richiedere i dati in caso di necessità entro il termine prestabilito. Secondo Adrian Lobsiger, l’incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza non sussiste alcuna base legale per imporre ai gerenti controlli d’identità sulla clientela. In realtà non c’è la base giuridica, ma lo stesso mister Privacy non esclude a priori che il Governo intraprenda una strada giuridicamente percorribile - anche in tempi ristretti - per consentire la ricostruzione di un’eventuale catena di contagio. Lunedì 11 maggio, la ristorazione riaprirà i battenti anche in Valposchiavo e la clientela, almeno per il momento, sarà libera di scegliere se lasciare o meno i propri dati di contatto ai diversi gestori.