E tutti, alla fine, hanno tirato fuori la lingua!

Autori di spicco e pubblico entusiasta per il weekend letterario "Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo" andato in scena a inizio ottobre a Casa Torre.
17.10.2025
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Una persona al microfono, sorridente, indossa occhiali neri e orecchini verdi, mentre si prepara a parlare da un leggio con due microfoni.
Begoña Feijoo Fariña, ideatrice e direttrice del Festival (Foto di Alessandro Belluscio).
© Alesssandro Belluscio

Con “Disgust”, un monologo bilingue dell’autrice e performer Flurina Badel e con un discorso carico di emozione e gratitudine di Begoña Feijoo Fariña, che ha invitato infine il pubblico a tirare fuori, anche letteralmente e materialmente, la lingua, si è conclusa domenica la quinta edizione del festival “Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo”, che ha visto avvicendarsi in tre intense giornate, davanti a un folto pubblico, una decina di autrici e autori di grande rilievo, fra cui Kim de l’Horizon, che ha recentemente attirato l’attenzione con il suo originale e profondo romanzo d’esordio, e molti ospiti per parlare di letteratura e poesia.Quest’ anno la collaborazione con la RSI Rete Due si è concretizzata sabato pomeriggio con la diretta di Moira Bubola e Luca Brunoni che hanno intervistato, per il magazine ALICE, l’autore pluripremiato e tradotto in diverse lingue Joseph Incardona. 

 “Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo”  si è così confermato come un importante appuntamento per gli scrittori svizzeri delle quattro regioni linguistiche, offrendo occasioni di incontro, dialogo e riflessione.

Ottima anche l’ affluenza di piccoli appassionati di letteratura al Centro Parrocchiale per i bellissimi laboratori “Libretticolare” diretti da Anna Capelli.