Appaltopoli: Swisscom e comuni si attivano
Anche Swisscom potrebbe aver subito danni finanziari a causa degli appalti truccati nel settore edile in Bassa Engadina: l'impresa detenuta per la maggior parte dalla Confederazione sta esaminando i conti e si riserva di adire le vie legali. Anche i comuni della regione grigionese si stanno attivando.
Contattata oggi da Keystone-ATS, Swisscom non ha voluto precisare l'entità dei possibili danni. Secondo la trasmissione della tv svizzerotedesca "10 vor 10" andata in onda ieri sera, l'impresa telecom avrebbe fatto capo a ditte della Bassa Engadina per la posa di cavi. I contratti conclusi ammonterebbero a diversi milioni di franchi.
Intanto la Conferenza dei sindaci della Bassa Engadina e della Val Monastero ha indicato oggi di aver incaricato un giurista di esaminare la situazione. Vuole sapere in quale misura i comuni e le istituzioni pubbliche della regione siano stati toccati dalla "appaltopoli" engadinese, il più grosso caso di intesa cartellare scoperto finora in Svizzera.
Lo scorso 26 aprile la Commissione della concorrenza (COMCO), organo federale di vigilanza, ha inflitto una multa complessiva di 7,5 milioni di franchi a sette imprese di costruzione grigionesi, ree a suo avviso di aver manipolato per anni gli appalti nel campo del genio civile e dell'edilizia in Bassa Engadina, accordandosi sui prezzi. A detta della COMCO la somma sottratta a enti pubblici e a imprese private supererebbe ampiamente i 100 milioni.
L'impresa Foffa Conrad SA, cui è stata inflitta la sanzione più pesante (5 milioni di franchi), ha presentato a fine maggio un ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF), sostenendo che "le accuse della COMCO non corrispondono ai fatti".
Per indagare sullo scandalo è stata istituita lo scorso 13 giugno, per la prima volta nella storia del canton Grigioni, una commissione parlamentare d'inchiesta.