Cantone si fa carico dei costi sociali dei nomadi
Dal primo gennaio 2025 i costi delle spese di assistenza sociale legati alle persone con cittadinanza svizzera con stile di vita nomade verranno assunti interamente dal Cantone. Lo ha deciso oggi il Gran Consiglio grigionese. Per il Consigliere di Stato Marcus Caduff (Centro) si manda un segnale problematico.
Con 61 voti a 54 il Parlamento retico ha deciso che dal primo gennaio 2025 il Cantone dovrà assumersi i costi per le spese di assistenza sociale delle persone che vivono con uno stile di vita nomade. Attualmente nei Grigioni ci sono quattro aree di sosta e di transito per persone con cittadinanza svizzera. Esse si trovano a Bonaduz, Cazis, Coira e Zillis, Reischen. Un quinto si trova a Domat/Ems dove vivono nomadi provenienti da altri paesi.
Ad oggi il sistema di finanziamento è molto frammentato. Dal 1997 il sito a Cazis ha beneficiato di un accordo speciale, in cui il Cantone si è assunto tutti i costi di assistenza sociale. Secondo un voto espresso in Parlamento, si tratta di una media di circa 54'000 franchi all'anno. Dal 2007 sussiste un accordo simile anche con l'area di Bonaduz, anche se ad oggi, secondo il messaggio del Governo, non è stato effettuato alcun pagamento. A Coira e a Zillis-Reischen i comuni devono farsi carico delle prestazioni, che possono però regolare tramite la perequazione degli oneri in ambito sociale.
Un capitolo buio della storia grigionese
Per evitare rischi finanziari per i Comuni che mettono a disposizione aree di sosta e di transito, il Governo ha proposto di ripartire i costi in modo solidale su tutti i Comuni. La proposta è stata affossata da una maggioranza composta dal Centro e dai socialisti.
Il dibattito in parlamento non si è solo concentrato sulla questione finanziaria, ma si è anche chinato sul contesto storico.
«Per me non è tanto una questione legata ai soldi, perché non si parla di grandi somme. Ma è piuttosto il valore simbolico di questa votazione, soprattutto sapendo cos'hanno fatto i Grigioni in
passato», ha dichiarato Caduff a Keystone-ATS.
Il direttore del Dipartimento dell'economia pubblica e della socialità grigionese si riferisce al progetto chiamato «Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse» sostenuto dalla Pro Juventute dal
1926 al 1973. L'intento era quello di allontanare i figli degli Jenisch dalle loro famiglie, mettendoli in orfanotrofi o in case di famiglia. Dei 586 bambini vittime di questo programma, la metà
provenivano dai Grigioni.
Con la votazione odierna secondo Caduff si manda un messaggio problematico. La legge prevede che i costi dell'assistenza sociale siano a carico dei comuni. Dal 2025 le persone con uno stile di
vita nomade nei Grigioni saranno invece soggette a un accordo speciale.
La stigmatizzazione è ancora in atto, ha detto, e lo ha notato anche durante le valutazioni delle aree di transito e di sosta con i comuni. Nella mente di molti prevale ancora il luogo comune che i
nomadi causano solo problemi, mentre il tasso di assistenza sociale di questa minoranza è allo stesso livello di quello del resto della popolazione.