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Reto Gunter: «Sciare costa troppo poco»

Andare a sciare al momento è troppo a buon mercato, fra un decennio una giornaliera potrebbe costare fino a 300 franchi: ne è convinto Reto Gurtner, presidente del consiglio di amministrazione di Weisse Arena Gruppe, la società che gestisce il comprensorio grigionese di Flims-Laax-Falera.
Stando a SRF – che riprende un tema affrontato da una trasmissione della televisione romancia RTR e della Südostschweiz – l'anno scorso sulla scia dei prezzi dinamici la località sciistica è stata la più cara della Svizzera, insieme a St. Moritz (GR) e Zermatt (VS), con un prezzo medio di 97 franchi.
L'importo è troppo alto? Gurtner non è d'accordo. «Oggi lo sci costa troppo poco», si dice convinto l'imprenditore. Il prezzo massimo non è ancora stato raggiunto. «Tra dieci anni un ingresso giornaliero a Laax costerà tra i 200 e i 300 franchi». Un'affermazione che stando a SRF si basa probabilmente sui giorni di punta, come il periodo di Natale-Capodanno.
Da un lato c'è l'inflazione, argomenta il 69enne. Dall'altra vi sarà una corsa sempre maggiore verso quelle aree in cui è garantita la presenza di neve. Gurtner si dice anche convinto che in futuro ci saranno ancora abbastanza persone disposte a pagare tali prezzi: la gente è già pronta a pagare fino a 1000 franchi per una partita di golf, osserva.
Una moltiplicazione del costo dello skipass può essere una visione del futuro per i singoli resort del segmento di lusso, ma non è realistico per la Svizzera nel suo complesso, afferma da parte sua Berno Stoffel, direttore di Funivie Svizzera, l'associazione dei gestori degli impianti di risalita. «Non credo sia realistico aspettarsi che i prezzi raddoppino o triplichino», dice l'esperto in dichiarazioni riportate da SRF. «Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto una crescita media del 15% e pensiamo che si continuerà così».
Il cambiamento climatico porterà però comunque a una riduzione dei giorni di neve in Svizzera. Anche le stazioni sciistiche dovranno affidarsi maggiormente all'innevamento artificiale, se vorranno rimanere attraenti. I comprensori tra i 1000 e i 1500 metri di altitudine sono poco redditizi e sembrano non avere futuro. In teoria tutti questi fattori suggeriscono che lo sci e lo snowboard diventeranno più costosi in futuro.
Nel medio termine - forse non tra dieci anni, ma tra 20-30 anni - il cambiamento climatico porterà sicuramente a un minor numero di stazioni sciistiche, conferma Christian Lässer, professore all'Università di San Gallo ed esperto di turismo. «Questo significa che le località in alta quota possono trarre vantaggio dal cambiamento climatico, per quanto cinico possa sembrare», spiega lo specialista a SRF.
Inoltre i costi di investimento per i gestori saranno più elevati. Per questi motivi a suo dire i prezzi massimi di 200 franchi al giorno non sono del tutto fuori discussione. Tariffe fino a 300 franchi per tutta la Svizzera sono invece «relativamente improbabili». Ciò richiederebbe l'avvio di un «massiccio processo di concentrazione» delle stazioni, simile a quello avvenuto degli Stati Uniti. Al momento secondo Lässer questo non è visibile in Svizzera.

Redazione 150
Keystone-ATS
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