No all’abolizione del valore locativo
L’abolizione del valore locativo sulle abitazioni secondarie comporterebbe un ammanco per le casse dei Cantoni alpini nell’ordine di 200 milioni di franchi. Dopo le pesanti ripercussioni economiche già subite in seguito al divieto di costruire abitazioni secondarie, sarebbe veramente assurdo se i Cantoni di montagna venissero penalizzati una seconda volta con la perdita di questi introiti fiscali.
Il 30 agosto 2021, sotto la presidenza del Consigliere di Stato Roberto Schmidt (VS), si è riunita a Blitzingen e Münster (VS) la Conferenza dei governi dei Cantoni alpini (CGCA), che si è occupata di varie tematiche essenziali per i territori rappresentati:
Valore locativo per le abitazioni secondarie
In data 2 febbraio 2017 la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) ha depositato un’iniziativa parlamentare volta a modificare il sistema di tassazione della proprietà abitativa: la richiesta della Commissione è abrogare tutte le deduzioni degli interessi su debiti per le abitazioni primarie e secondarie. Per le residenze primarie, inoltre, si chiede di abolire il valore locativo, mentre per le abitazioni secondarie dovrà rimanere a livello federale e cantonale. Da parte sua, il Consiglio federale – pur dichiarandosi anch’esso favorevole all’abolizione del valore locativo – propende per un cambio totale di sistema e quindi per un’abolizione del valore locativo anche sugli immobili secondari.
I Cantoni alpini si oppongono fermamente all’abolizione della tassazione sul valore locativo delle abitazioni secondarie. Il suo mantenimento era una delle condizioni quadro esplicite dell’iniziativa parlamentare trasmessa. La suddetta abolizione senza compensazione causerebbe ancora una volta ingenti perdite finanziarie per i Cantoni alpini, già pesantemente colpiti dall’iniziativa sulle abitazioni secondarie. L’ammanco previsto si aggirerebbe intorno ai 200 milioni di franchi all’anno.
Politica energetica – prorogare il canone per i diritti d’acqua
A giugno il Consiglio federale ha approvato all’attenzione del Parlamento il messaggio concernente la «Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili». In linea di principio i Cantoni alpini sono favorevoli all’orientamento proposto, fermo restando che il Parlamento apporti alcune migliorie: la proposta del Consiglio federale, infatti, continua a non prevedere alcun meccanismo di tutela per le grandi centrali idroelettriche in caso di prezzi di mercato estremamente bassi. Anche sul fronte degli investimenti nei grandi impianti idroelettrici esistenti vi sono vari punti da migliorare. Fondamentale, inoltre, è stabilire come debba essere garantita in futuro la sicurezza di approvvigionamento durante i mesi invernali. Una leva di estrema importanza a tal fine è l’ulteriore incentivazione della produzione elettrica invernale («supplemento invernale» di 0,2 ct./kWh, riserva di stoccaggio). I finanziamenti supplementari a favore della produzione elettrica invernale da soli non saranno di per sé sufficienti fintanto che i relativi progetti rimarranno bloccati o confrontati con lunghe procedure amministrative.
Nella sessione di settembre il Consiglio degli Stati si occuperà inoltre dell’iniziativa parlamentare 19.443, il cui obiettivo, ai fini della continuità e della sicurezza di pianificazione, è prorogare al 2031 la validità degli strumenti di incentivazione a favore delle energie rinnovabili e il premio di mercato per le centrali elettriche in difficoltà. I Cantoni alpini sostengono anche questa proposta, ma in più richiedono una proroga del canone massimo per i diritti d’acqua attualmente in vigore. Al pari dei beneficiari degli incentivi, infatti, anche i Comuni e i Cantoni concessionari della forza idrica necessitano di una sicurezza a livello di pianificazione e di investimenti. I Cantoni alpini ritengono che prorogare la regolamentazione vigente in materia di canone per i diritti d’acqua sia giustificato: visto il significativo aumento del prezzo dell’elettricità indotto dalla politica climatica internazionale, le società elettriche erano e sono assolutamente in grado di pagare l’odierno canone per i diritti d’acqua.
Legge sulle abitazioni secondarie – adeguamenti necessari
I Cantoni alpini sono delusi dalla verifica degli effetti della legge sulle abitazioni secondarie (LASec) a cura del Consiglio federale. Quest’ultimo, infatti, non intravede alcuna necessità di intervento sulla LASec. Diversa, invece, è l’opinione dei Cantoni alpini, che sollecitano una serie di adeguamenti alle disposizioni di legge la cui applicazione comporta esiti obiettivamente contrastanti o non lascia sufficiente spazio a soluzioni innovative. Essi sono convinti che vi sia la possibilità di adeguare la legge in maniera sostenibile, senza violare quanto sancito dalla Costituzione federale. Un primo passo in questa direzione è rappresentato dall’iniziativa parlamentare 20.456, che semplifica la modernizzazione delle abitazioni costruite secondo il diritto anteriore. Essa, tuttavia, risolve soltanto parte di un piccolo problema relativo alla LASec. Urge invece intervenire soprattutto sul fronte dell’ospitalità a fini turistici e della registrazione delle abitazioni primarie. I Cantoni alpini auspicano dunque che la Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale sfrutti gli imminenti tavoli di lavoro sulla legge per discutere anche di ulteriori modifiche sostenibili e proporzionate alla LASec.
Evoluzione demografica del lupo e protezione delle greggi – richiesta maggiore obiettività
I numerosi attacchi da parte di lupi verificatisi quest’estate nei Grigioni e nel Vallese hanno chiaramente sottolineato ancora una volta la necessità di intervenire con urgenza per regolare l’evoluzione demografica dell’animale e assicurare un’adeguata protezione delle greggi. Anche se la revisione dell’ordinanza sulla caccia, entrata in vigore il 15 luglio 2021, offre un ulteriore margine di manovra, le lacune principali sono lungi dall’essere risolte.
Questa situazione insoddisfacente è causa di accese polemiche e discussioni che tengono in stallo le soluzioni da mettere in atto con urgenza. Si richiede dunque una maggiore obiettività, perché soltanto così si potranno raccogliere le maggioranze necessarie per le modifiche al quadro legislativo. Alla luce di ciò, i Cantoni alpini hanno avviato un progetto interno intitolato «Evoluzione demografica del lupo e conflitti con gli interessi dell’economia alpestre e dell’agricoltura», che vede la collaborazione di vari esperti esterni indipendenti. Tra i temi trattati vi sono la protezione delle greggi, la tutela del paesaggio rurale e la gestione del lupo. Questi lavori di ampio respiro mirano a illustrare meglio, sul piano tecnico-professionale, a una vasta fetta dell’opinione pubblica le problematiche e le esigenze delle regioni montane interessate. Dal punto di vista degli organi di esecuzione cantonali, invece, essi serviranno a mettere in atto una protezione delle greggi realistica, efficace e proporzionata e una gestione moderna della fauna selvatica. I risultati del progetto sono previsti per l’autunno del 2022.
Servizio universale della Posta – nessun ridimensionamento politico o reale
Le proposte avanzate l’anno scorso dal Consiglio federale per una revisione parziale della legge sull’organizzazione della Posta (LOP) sono state respinte all’unisono dai Cantoni alpini. Successivamente, a gennaio il Consiglio federale ha stabilito che entro la fine del 2021 si sarebbero elaborate alcune proposte concrete per l’evoluzione del servizio universale nei settori dei servizi postali e del traffico dei pagamenti. A tal fine è stato nominato un gruppo di esperti indipendente. Senza tuttavia attenderne i risultati, a fine giugno il Consiglio federale ha approvato e trasmesso al Parlamento un messaggio concernente la modifica della LOP – il che è alquanto preoccupante. I Cantoni alpini accolgono pertanto con favore il fatto che, ad agosto, la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati (CTT-S) abbia dichiarato di non prendere al momento decisioni in tale ambito. La Commissione chiederà di essere informata in merito ai lavori del gruppo di esperti a inizio 2022 e ha rimandato a tale data le consultazioni in tal senso. I Cantoni alpini continuano a esigere un «servizio pubblico» forte da parte della Posta, soprattutto nelle regioni periferiche e di montagna. Alla luce di ciò, è assolutamente inammissibile che la Posta ridimensioni costantemente i propri servizi prima ancora che l’argomento venga discusso a livello politico. Così facendo, non fa che creare fatti e anticipare la discussione politica.