Marcus Caduff: "No a chiusure scoordinate"
Le valli meridionali in questo momento stanno vivendo una situazione molto precaria, considerata la vicinanza con la Lombardia, dove il Covid-19 sta colpendo in modo virulento, e il Ticino, dove il contagio è in uno stadio ormai avanzato. La Moesa, vista la sua prossimità al Ticino, ha richiesto la chiusura immediata di tutti i cantieri edili al Governo.
D’intesa con la Confederazione, il Governo è contrario alla chiusura integrale dei cantieri nelle valli meridionali confinanti con Lombardia e Ticino. Marcus Caduff, direttore del Dipartimento dell’economia pubblica e socialità, è costantemente in contatto con il Consigliere federale Alain Berset. "La chiusura scoordinata dei cantieri nei diversi cantoni – spiega Caduff – mette in pericolo l’approvvigionamento alla popolazione. Siamo molto consapevoli della situazione che stanno vivendo le valli meridionali. Nel caso di azioni non coordinate nei cantoni, temiamo che la sicurezza dell’approvvigionamento non possa più essere garantita. Stiamo ricevendo i primi segnali di allarme dalla società Hamilton, che produce respiratori e non può più garantire la produzione a causa di chiusure aziendali scoordinate nella Svizzera romanda. Secondo il Governo dei Grigioni l’economia è talmente interconnessa che le chiusure devono essere coordinate con la Confederazione".
In questa crisi legata alla pandemia del coronavirus, la Confederazione viene vista dalla popolazione come troppo lontana e poco incline a reagire con azioni concrete per contrastare l’espandersi della malattia a tutela della salute pubblica. Insomma, sembra che Berna non abbia il polso della situazione e che stia perdendo tempo prezioso, sottovalutando l’emergenza a sud delle Alpi.
Il Consigliere di Stato Caduff, ribadisce: "Non stiamo abbandonando le valli meridionali per negligenza o disinteresse, cerchiamo di trovare soluzioni a favore del bene di tutti, sapendo che le decisioni sono estremamente difficili. L’approvvigionamento al paese dev’essere garantito, proprio per questo cerchiamo un dialogo con le regioni a sud".
A questo scopo, il Governo ha fissato i due incontri con i rappresentanti delle regioni delle valli meridionali a San Bernardino e a Pontresina. La sindaca e granconsigliera Nicoletta Noi-Togni ha declinato l’invito per il Moesano, ritenendo che non sia più tempo di discutere, ma di agire. Per la Regione Bernina sono coinvolti Arturo Plozza, sindaco di Brusio e presidente della Regione Bernina e Giovanni Jochum, podestà di Poschiavo e membro della Conferenza dei Sindaci della Regione Bernina. Sul tavolo di discussione la particolare situazione che si trovano ad affrontare le valli meridionali a causa dell’emergenza coronavirus.
Il Governo è in stretto contatto con la Confederazione e sta esaminando la possibilità di creare "finestre di crisi" applicabili alla particolare situazione nelle valli meridionali. Le cosiddette "finestre di crisi" permetteranno al Cantone d’intervenire con misure più restrittive e severe nelle diverse regioni. Il Cantone sarà aperto a simili eccezioni anche in futuro, purché non costituiscano una violazione delle prescrizioni federali. Il Cantone dei Grigioni si allinea con la politica di Berna, mentre Ticino, Vaud e Ginevra stretti nella morsa del coronavirus decidono di passare all’azione e di chiudere tutti i cantieri a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Berna bacchetta il Ticino, ma il Ticino come altri Cantoni non ha più tempo da perdere, si tratta di salvare vite.
"Il Cantone dei Grigioni ha scelto la via del dialogo. Stiamo richiamando l’attenzione di Berna sulla particolare situazione nelle valli meridionali. Insistiamo affinché Berna conceda eccezioni per determinate regioni. Il Consiglio federale ci ha chiesto di avere pazienza fino a domani (mercoledì 25 marzo 2020, ndr). Se tali eccezioni verranno concesse, lo Stato maggiore di condotta cantonale collaborerà con il Governo federale per definire le modalità esatte. Anche nel pieno di una crisi, dobbiamo rispettare lo Stato di diritto e non possiamo muoverci in modo anarchico. Inoltre, la differenza tra la nostra soluzione e quella adottata dal Canton Ticino non è poi così grande. Il Cantone Ticino può concedere deroghe per quanto riguarda i cantieri. Non è chiaro a chi sarà concessa un’eccezione. In linea di principio, il Cantone dei Grigioni lascia aperti i cantieri. Tuttavia se non sono in grado di rispettare le misure prescritte, dovranno essere chiusi", conclude Caduff.