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Foto d'archivio

Post-Corona e il mondo della cultura

21-05-2020

Lo scorso 9 e 10 maggio Poschiavo avrebbe dovuto accogliere uno spettacolo del Festival della danza Steps, purtroppo cancellato come tutti gli altri eventi. Per marcare la mancata realizzazione della rassegna, che ogni due anni accoglie 16 compagnie presentate in oltre 30 località di tutta la Svizzera sull’arco di tre settimane, mantenere il contatto con i vari partecipanti e favorire l’emergenza di idee creative post-coronavirus, Steps ha organizzato un panel di discussione online (Steps Online Panel Discussion: Post-Corona Creativity), al quale hanno partecipato 9 persone del mondo della danza di tutto il mondo e una sociologa della globalizzazione. Il tutto moderato da Monika Schärer di SRF. Come cambierà la professione della danza, come si adatterà? Quali saranno i principali obiettivi e le priorità artistiche una volta lasciata alle spalle la crisi sanitaria? La danza diventerà virtuale? Quale contributo apportano alla società gli artisti nel condividere la propria arte con il pubblico? Ecco un sunto delle idee e opinioni emerse durante la discussione e qualche riferimento alla nostra realtà locale.

Il potenziale delle nuove tecnologie è indiscutibile. Il coreografo Gilles Jobin (Ginevra) ad esempio, è un esperto del movimento all’interno di un nuovo spazio digitale. Nella sua pièce VR_I del 2017, il pubblico, indossando un casco apposito 3D, viene proiettato in un mondo virtuale e vede i danzatori muoversi in altre realtà. Ma questo è soltanto un approccio artistico diverso, è una possibilità ma non può restare l’unica. Le tecnologie permettono di dare corsi online, le scuole di danza hanno continuato parzialmente l’insegnamento online, anche se ciò presenta non pochi problemi legati alla qualità dell’insegnamento sulla durata, ma anche alle disparità di accesso: non tutti gli studenti infatti hanno i mezzi tecnologici adeguati e le condizioni abitative variano moltissimo, creando disparità di spazio disponibile per le prove. D’altro canto, le nuove tecnologie digitali permettono di mantenere un contatto con il pubblico, anzi di render partecipi a eventi e corsi online anche persone che mai prima vi avevano partecipato. 

L’uso della stessa piattaforma per tutto appiattisce l’esperienza, viene a mancare la diversità delle esperienze, il percepire la struttura dei materiali, il sentire profumo del vicino di posto a teatro, lo scambio con il resto del pubblico. L’andare a teatro permette di vivere una fondamentale esperienza di trasformazione, la singolarità di certi momenti che sperimentano i performer e il pubblico è parte di un sentimento olistico – qualsiasi cosa accade, accade ora, è parte dell’intera esperienza del teatro, include il momento prima di arrivare a teatro, il momento di condivisione, il drink al bar, che tutti stanno sperimentando insieme allo stesso momento. Questa esperienza trasforma sia il pubblico, sia chi è in scena ed è parte integrante dello spettacolo stesso.

L’attuale crisi invita tutti a riflettere sulla mobilità. Dagli anni ’80, l’idea di lavorare internazionalmente sembrava l’unica via possibile delle grandi compagnie, del mondo della cultura in generale: questa va ripensata, vanno ridefinite le comunità artistiche e le collaborazioni. Occorre tener conto dell’impronta ecologica e riconsiderare gli innumerevoli viaggi che artisti e compagnie fanno costantemente attraverso tutto il mondo. Il restare internazionali è importante, gli scambi sono fondamentali, ma le modalità vanno adattate e in generale le compagnie devono tornare a esibirsi più localmente. Questa crisi esistenziale ci confronta a una situazione in cui questioni di vita e di morte sono rilevanti a livello collettivo. Le società che si ritengono moderne, dove prevale l’idea che la modernità è in grado di controllare la natura, l’ambiente, la vita umana, sono mal preparate per gestire una situazione simile, perché non sono abituate a gestire queste situazioni collettivamente ma soltanto individualmente. Emerge pertanto la necessità di ridefinire i valori.

Resta per finire, last but not least!, il problema pratico: come organizzarsi per le prove, come presentare una pièce, un concerto, una performance in uno spazio chiuso? Nessuno per ora è in grado di esprimere anche solo una minima idea, la situazione è talmente poco chiara per tutti! I partecipanti al panel sono tuttavia convinti che le soluzioni si troveranno. Del resto, come ha detto la sociologa, a un certo punto della storia abbiamo imparato ad ascoltare gente attraverso il telefono... Gli sviluppi ci saranno e ci vorrà tempo, ci saranno nuove possibilità che forse ora non riusciamo ancora ad immaginare. La cultura e l’arte sono di fondamentale importanza per l’essere umano. Se i provvedimenti in vigore ora sono di estrema importanza per la salute, la cultura e l’arte sono di altrettanta importanza per l’integrità umana, tutti i partecipanti al panel si augurano pertanto che la cultura possa ritornare in scena al più presto!

Questo a livello internazionale. E a livello locale? Come si organizzano i nostri attori, come la Filodrammatica, le bande comunali, il Coro DoppiaVi o la Pgi, a livello di prove ma anche di rappresentazioni?

La Filodrammatica ha avuto la fortuna di poter portare a termine l’ultimo progetto, proprio prima della crisi del coronavirus. Quanto ai passi da intraprendere, prima di prendere qualsiasi decisione deve innanzitutto poter fare l’assemblea generale e per ora rimane tutto in sospeso. Non si sa se sarà possibile fare prove, senza dimenticare che alcuni membri della Filodrammatica provengono dalla Valtellina. Il fatto che la situazione sia veramente incerta, fa sì che è difficile anche solo immaginare l’organizzazione di eventuali prove e rappresentazioni. Per questo, il comitato sta valutando la possibilità di inserire eventualmente un anno sabbatico. Insomma, le incognite sono troppe per poter prendere qualsiasi decisione.

Il Coro DoppiaVi ha per il momento sospeso la sua attività. Ai partecipanti sono stati inviati esercizi da fare online, le lezioni perse saranno recuperate in autunno nell’ambito di un breve campo di studio della durata di un fine settimana. Ammesso naturalmente che sia possibile riunirsi in uno spazio chiuso. Gli organizzatori sperano in ogni caso di riprendere le prove e le attività concertistiche a partire dal nuovo anno scolastico.

La Filarmonica Avvenire di Brusio ha smesso le attività da quando vige il divieto di assemblamento e saranno annullati anche i concerti previsti. Non avendo più potuto fare prove, anche altre manifestazioni come la partecipazione alle varie sagre del Comune di Brusio sono annullate. È in forse anche il concerto del primo di agosto. La banda di Brusio riprenderà probabilmente le prove all fine dell’estate, con l’inizio nuovo anno scolastico.  

Anche la Filarmonica comunale Poschiavo ha dovuto sospendere le prove. Per il momento, per mantenere qualche attività, la Filarmonica ha optato per una formula dal vivo, piuttosto che di creare un video, e si è riorganizzata formando quattro gruppi di cinque persone all’interno della banda, che si sono esibiti in casa anziani e all’ospedale, naturalmente nel rispetto delle distanze. Presto inizierebbe il tour estivo nelle contrade. In luglio sarebbe previsto un concerto a Le Prese e il 1° di agosto il tradizionale concerto in Piazza. Certo, la Filarmonica sarebbe molto lieti di poter dare questi due concerti, ma le incertezze ci sono ed è difficile fare previsioni.

Per il teatro, la Pgi ha lanciato un progetto denominato “teatrhome”, al quale partecipano gli. Una volta a settimana, per un totale di quattro incontri, gli iscritti al laboratorio teatrale per adulti si incontrano a distanza attraverso una piattaforma online. Il progetto punta a stimolare la creatività attraverso le parole, le percezioni e le emozioni suscitate da questo periodo. A livello “reale” di incontri pubblici la Pgi Valposchiavo intende organizzare eventi all’aperto che permettano di mantenere le distanze necessarie e nel rispetto del numero massimo di assemblamento di persone. Saranno mantenute anche le mostre, per le quali si prevede di far entrare poche persone alla volta.

Grigione Paola Gianoli
Paola Gianoli
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