
Fusione ospedale di Samedan; favorevoli e contrari
Nelle prossime settimane gli undici Comuni dell'Alta Engadina saranno chiamati ad esprimersi sull'integrazione dell'ospedale di Samedan in quello cantonale a Coira. Ieri sera a una tavola rotonda organizzata da Gammeter Media promotori e critici hanno fatto il punto.
Le prossime settimane saranno decisive per la sanità dell'Alta Engadina e le regioni limitrofe. Un tema che interessa da vicino la popolazione. La conferma: la numerosa partecipazione ieri sera alla tavola rotonda organizzata nel centro congressi Rondo a Pontresina. Circa 300 persone hanno preso parte all'evento, malgrado fossero già state organizzate due serate informative. Sul palco erano presenti rappresentati politici, esperti nell'ambito sanitario, promotori dell'integrazione nell'ospedale cantonale e chi preferirebbe rimanere allo status quo.
Favorevoli: maggiore sicurezza finanziaria
Christian Brantschen, sindaco di Celerina, fa parte dei favorevoli al matrimonio fra gli istituti di Samedan e Coira. In veste di presidente del Consiglio di Fondazione del nosocomio altoengadinese ha seguito passo per passo lo studio delle varianti per garantire l'approvvigionamento sanitario nella regione. "L'opzione che presentiamo nel messaggio in vista della votazione è di gran lunga la migliore", ha detto Brantschen a Keystone-ATS al termine della tavola rotonda.
Il presidente del Consiglio di Fondazione si riferisce al cosiddetto "Progetto Albula", ovvero l'integrazione dell'ospedale dell'Alta Engadina in quello cantonale a Coira. Un'opzione che tra l'altro viene sostenuta anche dal Dipartimento cantonale di giustizia, sicurezza e sanità. Secondo Brantschen è l'unico modo per garantire il futuro del nosocomio, che è confrontato con la difficoltà di reperire personale specializzato e con problemi finanziari.
Nel 2023 i Comuni hanno dovuto soccorrere l'ospedale con un credito supplementare di cinque milioni di franchi. "Per il 2024 e il 2025 i Comuni hanno già messo a disposizione in totale otto milioni di franchi in più", ha detto Brantschen davanti al pubblico.
Ma facendo questo passo, cosa succederà con le prestazioni sanitarie finora offerte a Samedan? "I servizi che abbiamo ora devono rimanere invariati anche in futuro", ha affermato. Sfruttando le sinergie e l'arrivo di nuovi specialisti alcuni servizi potrebbero addirittura essere ampliati.
Contrari: perdita di indipendenza
Di tutt'altra opinione Stefan Metzger, granconsigliere dell'UDC di St. Moritz. "Con questo passo perdiamo la nostra indipendenza", ha dichiarato il politico a Keystone-ATS. Inoltre non crede ai vantaggi economici promessi dai promotori. "Siamo una delle regioni più ricche dei Grigioni, possiamo permetterci di pagare crediti supplementari per coprire i deficit. Quattro milioni all'anno ripartiti su undici Comuni è una cifra tollerabile."
Anche la tempistica della votazione disturba il deputato. "Il Governo sta elaborando le linee direttive concernenti l'organizzazione dell'assistenza sanitaria nel Canton Grigioni. Sarebbe stato meglio aspettare le proposte da Coira e nel frattempo prolungare i contratti con la Fondazione Sanitaria dell'Alta Engadina", ha spiegato Metzger.
Primo Comune al voto: La Punt Chamues-ch
L'ultima parola sul futuro dell'ospedale dell'Alta Engadina spetta ora alla popolazione. Alle urne o in assemblea comunale i cittadini potranno dire la loro. Solo se tutti i Comuni diranno sì al matrimonio fra i nosocomi di Samedan e Coira, l'unione si farà. La Punt Chamues-ch sarà il primo ad andare in votazione in assemblea comunale il 4 aprile. Gli ultimi saranno Pontresina e Samedan che andranno alle urne il 18 maggio.