
Frontiere aperte di notte, non per i panettieri
La riapertura in uscita delle frontiere, anche in orario notturno, ha risolto il problema dei tanti frontalieri impiegati nella ristorazione, che altrimenti non avrebbero potuto fare rientro a casa dopo il turno di lavoro.
Il provvedimento, tuttavia, non tiene conto di chi ha necessità di varcare il confine in senso inverso, dall'Italia verso la Svizzera. Il disagio lo spiega bene Alessandro Delle Coste, uno dei tre panettieri che lavorano alla Panetteria Millefoglie di Poschiavo.
"Ogni sera io e miei colleghi attraversiamo il valico di Campocologno alle 19.40 e ci fermiamo a dormire fino all'orario in cui cominciamo a lavorare. È oramai un mese e mezzo che dormiamo a Poschiavo, e il famoso "giorno libero" lo sacrifichiamo in parte, a causa delle dogane chiuse".
Un sacrificio messo in conto per continuare a sfornare il pane, ma che potrebbe essere evitato se la possibilità di attraversare il valico "fuori orario" venisse esteso anche a loro.
"Credo che sia un diritto anche nostro: non entriamo per giocare, ma per lavorare e cuocere il pane, per passione e per altruismo. Hanno aperto le dogane in uscita non appena hanno riaperto i ristoranti. Credo che possano dare una mano anche a noi, pur essendo in minoranza. Anche noi vorremo dormire a casa con le nostre famiglie".