Covid-19: crescita di casi in Valposchiavo
- 19-03-2020
Oggi (martedì 17 marzo) si è registrato il primo decesso per coronavirus in Valposchiavo. Si tratta – come comunicato dal Centro sanitario Valposchiavo – di una donna di 78 anni, che soffriva di una malattia pregressa ed era ricoverata da alcuni giorni all'ospedale San Sisto. Il decesso è avvenuto nella notte tra lunedì 16 e martedì 17 marzo. Ma qual è la situazione attuale in Valposchiavo? Lo abbiamo chiesto a Mauro Albertini, medico delegato del Distretto Bernina.
“Attualmente si registra un aumento significativo dei casi di coronavirus in Valposchiavo. Siamo all’inizio dell’espansione del virus e dobbiamo limitare la propagazione. Vista la possibilità di trasmissione e visto che non tutti i contagiati sviluppano la sintomatologia, si raccomanda a tutti di restare a casa, evitare in generale i contatti stretti, specialmente con gli anziani e gli altri gruppi a rischio”.
“Ciò significa che i bambini devono restare all’interno del nucleo familiare. Non devono incontrarsi con altri bambini a giocare al parco giochi o nel giardino di casa. La famiglia non lascia bambini e adolescenti insieme ai nonni. La famiglia resta a casa come unità di famiglia”.
“Gli anziani dai 60 anni in poi non devono andare a fare la spesa, ma se la fanno portare a casa. Non ci si saluta stringendosi la mano. Non ci si siede sulla medesima panchina tutti assieme. Gli anziani devono mettersi in quarantena ed evitare i contatti con gli altri, soprattutto con bambini e adolescenti. Per gli anziani è importante mantenere una distanza di 2 metri quando si è con altre persone. Si consiglia una passeggiata all’aria aperta, ma facendo sempre attenzione a mantenere una distanza di sicurezza di 2 metri. Evitare posti affollati e assembramenti”.
Il numero di contagi è destinato ad aumentare nei prossimi giorni e settimane anche in Valposchiavo. La situazione deve essere presa seriamente e non va sottovalutata, si rinnova la raccomandazione alla popolazione di seguire rigorosamente le direttive diramate a livello nazionale dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per proteggere i gruppi a rischio. In particolar modo si raccomanda a chi ha sintomi da infezione delle vie respiratorie (febbre, tosse) di rimanere assolutamente a casa, occorre avvisare il proprio medico curante o contattare telefonicamente l’ospedale e non recarsi personalmente per un consulto.