Turo e Giuliano Pedretti in Casa Console
- 19-12-2024
Ormai non ci dovremmo più stupire della qualità d’artisti che il Museo d’Arte Casa Console espone nel proprio spazio espositivo. Questa volta, e fino a ottobre 2025, il visitatore può rimanere incantato dalle pennellate colorate di Turo Pedretti e dalle sculture frastagliate del figlio maggiore Giuliano, «due figure di spicco dell’arte grigionese e svizzera», come accennato da Moreno Raselli, responsabile delle attività di Casa Console, nel benvenuto all’inaugurazione che si è tenuta sabato scorso.
Padre e figlio prendono ispirazione dal paesaggio engadinese. In Turo lo si vede nei soggetti rappresentati: dal tunnel di Charnadüra a Celerina ai paesaggi intorno a Samedan e Celerina, dalla pista da bob ai motivi della caccia e delle rocce, dipinti con una grossa e precisa pennellata, “alla prima”. Il “dialogo” – su definizione di Gian Casper Bott –, è con il fauvismo, Matisse, Munch e Kirchner. Ci sono accostamenti di colori insoliti, dove s’annida un certo simbolismo cromatico, pennellate maggiormente incisive quando occorre esprimere qualcosa di nevralgico nell’opera, ma anche rilevante è l’anomala costruzione dei piani nei paesaggi, come si vede nell’opera Die Baracke.
Anche nelle sculture frastagliate del figlio Giuliano Pedretti si possono intravedere crinali e vallate, come nella testa di cavallo esposta ad altezza pavimento, che pare la vetta di una montagna. Ed elementi del paesaggio ritornano anche nelle sculture verticali, forate e frastagliate, che paiono in dissoluzione, come Der grosse Mann, alto 2.70 m, che aspetta il visitatore sulla soglia dei locali espositivi. Quest’uomo scarnificato sembra formato da terrenzlas che in romancio sta a significare la formazione di chiazze di terra e neve nel periodo dello scioglimento del manto nevoso, caratteristica ben visibile nei pascoli e pendii alpini in primavera. Da ammirare il gioco d’ombre e luci sulla parte dietro alla scultura bronzea (questo vale anche per altre opere).
Articolo integrale in uscita sul numero del 19 dicembre 2024.
Nell'immagine logo Turo Pedretti, Der rote Hut (Il cappello rosso)