La storia di Michel Agnolo Florio a Brusio
Continuano i festeggiamenti per il centenario della Pro Grigioni Italiano e per l’occasione si è svolto lunedì 30 luglio 2018 lo spettacolo riguardante Michel Agnolo Florio presso Casa Besta a Brusio. Due gli attori in scena Paolo Pollio e Fiorella Orazzo. Paolo Pollio, originario di Sorrento, vive in Val Bregaglia e si è avvicinato al teatro fin da giovanissimo. Già al liceo inizia un laboratorio teatrale che conferma il suo interesse per questa disciplina e la approfondisce frequentando corsi professionali. Pollio ha scritto e diretto la rappresentazione teatrale. Fiorella Orazzo è un’attrice, cantante e musicista e ha curato gli effetti sonori e le proiezioni dello spettacolo. I costumi sono stati curati da Nunzia Giordano. «Teatro MAF 1518 - Michel Agnolo Florio, uomo» è stato prodotto dalla compagnia teatrale Paolo Pollio in collaborazione con l’associazione culturale Yupiter! 41.
In Val Bregaglia Paolo Pollio viene a conoscenza della figura del pastore Michel Agnolo Florio grazie al gruppo Florio Soglio. Si riteneva fosse il vero autore delle opere di Shakespeare, attualmente però si crede che sia lo stesso figlio John Florio ad avere scritto i testi del drammaturgo inglese. Paolo Pollio spiega: «Con il gruppo Florio Soglio è nata una collaborazione interessante. L’idea di creare uno spettacolo attorno alla figura di questo intellettuale è nata un paio di anni fa ed è ancora in fase di lavorazione. Questo spettacolo avrà un’evoluzione per poterlo portare anche negli altri Cantoni con lingue differenti».
Michel Agnolo Florio è nato a Firenze nel 1518. La sua formazione culturale è stata acquisita presso i frati francescani. Nutre interesse per la letteratura classica e per la lingua italiana.
Le sue posizioni teologiche gli creano attriti con la Chiesa di Roma da cui fugge. È una persona che ha dovuto cercare altrove la sua voglia di conoscenza viaggiando molto. Approda tra l’altro anche in Valtellina e inizia a predicare in lingua italiana (volgare) e non in latino per rendere meglio comprensibile le sue prediche al popolo. Abbandona il saio francescano e fugge a Londra dove si sposa e nasce il figlio John. Successivamente è arrivato a Soglio ed è stato pastore del paese per più di vent’anni.
«Lo spettacolo in Casa Besta è stato concepito come itinerante in quanto Casa Besta si presta molto a questo tipo di forma teatrale – spiega Pollio - e inoltre rende l'idea delle difficoltà di chi è costretto a spostarsi sempre per arrivare alla conoscenza». Pollio continua: «Florio mi ha affascinato per la sua voglia di comunicare, per il suo coraggio e per la sua tenacia. Il suo desiderio era quello di voler aprire le menti delle persone attraverso la conoscenza, ossia diffondendo il verbo fino a rischiare la propria vita. Grazie alla Riforma, la lingua italiana si è diffusa in alcune Valli del Canton Grigioni. Da italiano sentivo la necessità di poter raccontare una storia nella mia lingua madre»
Una storia così lontana lancia un messaggio universale? Pollio afferma: «Fiorella e io vogliamo comunicare che grazie alla conoscenza si diventa liberi e che non ci devono essere differenze tra le persone».