Auto d’epoca e mercato prodotti locali e vintage
Il Top Club Ticino ha dato appuntamento ai suoi aderenti: intenditori, amatori e proprietari di auto d’epoca si sono ritrovati per una grigliata al centro sportivo di San Bernardino preceduta da una visita guidata al Centro Comando della galleria autostradale.
I passanti e i turisti hanno potuto godere dello spettacolo di una sessantina di auto con oltre trent’anni di anzianità - il minimo richiesto per accedere nella categoria auto d’epoca - che hanno prima sfilato sulle vie del villaggio, per poi venire esposte nei dintorni del capannone del centro sportivo, arricchito anche dalla presenza delle bancarelle del mercatino vintage e di prodotti locali.
L’Ente Turistico Regionale del Moesano ha collaborato all’organizzazione dell’evento che ha attirato un importante numero di visitatori attratti dal fascino delle vetture, assolutamente intatte e splendenti, nonostante l’età. La regina della giornata era una Jaguar C Type: si trattava di un modello creato per la 24 ore di Le Mans del 1954. Il regolamento della gara prevedeva che la casa avesse prodotto almeno 25 esemplari del prototipo all’atto dell’iscrizione: 4 auto tra quelle prodotte venivano iscritte alla gara e le restanti diciannove immesse sul mercato. L’esemplare presente a San Bernardino domenica scorsa, era uno dei diciannove modelli acquistati da fortunati privati. Un importante dato tecnico sulla splendida Jaguar fornitoci dall’appassionato presidente del Top Club Ticino, il signor Valentino Belloti, é la sua dotazione di quattro freni a disco: questo accorgimento, applicato anche al modello da corsa, ha permesso alla Jaguar di ottenere la vittoria alla 24 ore di Le Mans del ’54, nonostante la potenza del propulsore non fosse superiore a quello delle altre auto in gara.
Altri gioielli presenti al raduno automobilistico erano una Saab Sonett del `71 in fibra di vetro, diverse versioni di MG dalla più antica a quella più recente, alcune bellissime Mustang Ford e un esemplare di Ford Model A che sostituì il modello T, caro a Henry Ford, per volontà del figlio che, riconvertendo in soli 8 mesi l’intero impianto produttivo, salvò con il lancio del nuovo modello le sorti della casa automobilistica in chiaro declino. Ben 5 milioni e mezzo di Ford Model A vennero venduti in tutto il mondo. Ogni auto porta con sé una storia e ascoltando Valentino Belloti, diventa chiaro che ogni storia rappresenta un passaggio importante nell’evoluzione della motorizzazione e della società. Per esempio il modello della Mini GT racconta dell’inversione di tendenza dell’automobile che, da grande e ingombrante si trasforma in piccola, veloce e spaziosa grazie alla diversa collocazione di motore e cambio nello spazio del cofano ideata dal progettista Alec Issigonis. Interessante anche l’esemp-lare di 2 cavalli Citroen che veniva presentata alla potenziale clientela contadina francese come un’auto nella quale un paniere di uova poteva essere trasportato senza “farne una frittata” anche su terreno sconnesso, grazie al sistema innovativo delle sospensioni. Un mondo affascinante carico di storia, culture differenti, invenzioni e creatività che attrae anche i non addetti ai lavori, non foss’altro che per per la bellezza delle linee a la cura dei dettagli di queste signore a quattro ruote.
Ricette esclusive per La Molesta Di Santa Maria in Calanca
Tra le bancarelle del mercatino organizzato in occasione del raduno di auto d’epoca erano presenti due giovani imprenditori del Moesano: David Dey e Sandro Pollicelli. I due trentenni hanno costituito da due anni a Santa Maria in Calanca una birreria artigianale, la PD Beer, in grado di produrre cento litri di birra a settimana per tutto l’anno. Oltre alla classica bionda “Molesta-Blonde Ale” -più fresca e leggera- e alla rossa “Molesta-Amber Ale”, ad alta fermentazione e resa più corposa grazie alla ricetta esclusiva, i due appassionati artigiani hanno creato una birra alla farina e miele di castagne, appositamente per la festa del Arbol , organizzata lo scorso anno dall’Ente Turistico Regionale del Moesano a San Bernardino. Si tratta della Molesta-Brown Ale, una birra mediamente corposa, anche se estremamente delicata con il suo retrogusto di castagne appena accennato ma persistente sul palato.
Ognuna delle ricette prevede sei passaggi di base: scelta del malto, macinatura dei chicchi, aggiunta misurata dell’acqua, separazione delle trebbie dal mosto, aggiunta del luppolo, inoculazi-one del lievito. A queste operazioni vanno aggiunte le cotture di almeno un’ora per ingrediente ag-giunto e nell’insieme la lavorazione ha una durata di circa 30 ore per ogni 50 litri. David e Sandro non hanno intenzione di smettere di sperimentare per ottenere nuove combinazioni di sapori e nuove ricette, nonostante la quantità di lavoro e birra scartata che la sperimentazione comporta. Sulla ban-carella di San Bernardino, infatti, era già presente il prototipo di una nuova ricetta che somiglierà a una Stout Irlandese, ma che non mancherà di fare uso di prodotti locali come è accaduto per la farina e il miele di castagne provenienti da Roveredo. Per chi desiderasse contattare la PDBeer è disponibile una pagina Facebook e da settembre la giovane birreria disporrà di un negozio online su MySwissness.com. In attesa del lancio della nuova Stout Molesta, ci rallegriamo per l’intrapren-denza e l’abilità artigianale dimostrate anche come esempio di iniziativa atta alla valorizzazione del territorio della Valle Calanca.