Il Matto entusiasma il pubblico di Casa Besta
Sin dall’inizio, anzi ancora quando il pubblico stava entrando nella sala spettacoli di Casa Besta, Il Matto – Matteo Curatella – ha saputo magnificamente coinvolgere gli spettatori in uno spettacolo in cui, sin dai primi istanti, ha regalato un’ora di puro e sano divertimento. La sala era gremita, una cinquantina di persone, il maggior numero di spettatori da quando è stata avviata la rassegna I Monologanti, come ha detto commossa la promotrice Begoña Feijo Fariña.
Lo spettacolo si è aperto con la storia della talpa, per la quale ha chiamato in scena uno dopo l’altro diversi bambini e adulti a interpretare l’uccellino, il coniglio, la capra, il cavallo, la mucca, il maiale, figure centrali della storia, lui cantando e suonando la fisarmonica. E il pubblico entusiasta ha partecipato molto, molto attivamente. È seguita la storia cantata di Paolino Paoletto che non voleva mangiare le verdure, poi la storia della bambina Lisa che voleva proprio avere tutto, a scapito degli altri. E infine, insieme all’attento pubblico, ha inventato una storia che per concludere ha improvvisato in musica e rime baciate.
L’abile Cantastorie, con le sue storie, canzoni e ballate, è riuscito a risvegliare il bambino dentro di noi, a farci sentire a casa, in famiglia, liberi di esprimere il nostro bambino interiore. Un vero dono in questi periodi pieni di tensioni, nei quali è difficile tenere le distanze dagli avvenimenti attualmente in corso nel mondo che ci circonda. E questo è stato forse il dono più bello: riuscire a farci stare il tempo dello spettacolo nel qui e ora, a farci scoprire quanto ognuno di noi può essere creativo e ha da dare di bello agli altri, a farci capire che la vita è bella nonostante tutto, regalandoci tanti sorrisi e belle risate.
Come ha detto Il Matto al termine dello spettacolo: “Andare a teatro in questo periodo è un atto rivoluzionario”. C’era tanto, tanto calore umano in sala e proprio di questo abbiamo bisogno – e non soltanto ora. Andare a vedere spettacoli teatrali, di musica, di danza, andare al museo o partecipare ad altri eventi culturali è condividere emozioni, ci permette di sentirci parte di una comunità e di crescere.
Prima di congedarsi dal pubblico l’artista ha voluto regalare al pubblico alcuni consigli di un suo maestro Cantastorie su come affrontare la vita, più che altro massime strampalate e assurde, riuscendo a regalare belle risate e sano divertimento proprio fino all’ultimissimo istante, concludendo che: “La scoreggia è l’anima del fagiolo che vola via”. Perché sì: anche il fagiolo ha un’anima. La leggerezza dell’anima del fagiolo, abbiamo bisogno anche di questo.