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La Svizzera rinuncia a inasprire le norme

Dopo avere valutato in modo approfondito la situazione epidemiologica attuale – che resta preoccupante in ragione dell’elevato numero di contagi e della presenza, accertata anche in Svizzera, di due nuovi ceppi di coronavirus – il Consiglio federale è giunto alla conclusione che i provvedimenti adottati il 18 dicembre scorso, ossia la chiusura dei ristoranti e delle strutture per la cultura, lo sport e il tempo libero, sono adeguati e che non è necessario inasprirli.

Conformemente a quanto deciso il 18 dicembre, il Consiglio federale è stato informato per scritto il 30 dicembre sulla necessità di dare o meno una stretta ai provvedimenti di lotta contro il coronavirus. Dopo avere valutato approfonditamente la situazione epidemiologica, è giunto alla conclusione che i criteri stabiliti per un inasprimento non sono soddisfatti. Alla luce delle condizioni attuali, il Consiglio federale ha perciò deciso di rinunciare a ulteriori provvedimenti. Continuerà tuttavia a monitorare la situazione e il 6 gennaio procederà a una nuova valutazione.

Il tasso di riproduzione del virus è attualmente inferiore a 1 (0,86 il 18 dicembre). Questo calo e il numero relativamente moderato di nuove infezioni registrate negli ultimi giorni vanno tuttavia interpretati con molta prudenza: si spiegano infatti perlopiù con il minor numero di test effettuati durante le feste e con il ritardo nelle notifiche dei nuovi casi, delle ospedalizzazioni e dei decessi.

 

Nuovi ceppi di coronavirus

Dopo che due nuovi ceppi di coronavirus sono stati rilevati in Gran Bretagna e in Sudafrica, il 21 dicembre il Consiglio federale ha adottato provvedimenti per impedirne o rallentarne la diffusione in Svizzera. Un accresciuto sequenziamento dei testi positivi ha permesso finora di identificare sette persone infettatesi con queste varianti.

Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, entrambi i nuovi ceppi sono nettamente più contagiosi della forma conosciuta sinora. Per contro, non vi sono evidenze scientifiche che queste varianti possano provocare un decorso più grave della malattia e nemmeno che possano rendere inefficaci gli attuali vaccini anti-COVID-19.

Il Consiglio federale ritiene che i provvedimenti adottati il 18 dicembre scorso siano fondamentali per limitare il numero di nuove infezioni e rallentare la diffusione dei nuovi ceppi. Le regole d’igiene e di comportamento restano essenziali per proteggersi dal virus e lottare contro l’epidemia.

In questo contesto è inoltre necessario effettuare più test e intensificare gli sforzi per il tracciamento dei contatti. L’Ufficio federale della sanità pubblica, i Cantoni e la task force scientifica lavorano a stretto contatto per adeguare le raccomandazioni agli sviluppi più recenti. Se i nuovi ceppi di coronavirus dovessero diffondersi su scala più ampia, non è da escludere che possano essere adottati provvedimenti supplementari.

Redazione 150
Ufficio federale della sanità pubblica
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