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(Ri)nasce la Birraria Poschiavina

A 90 anni dalla sua scomparsa rinasce la Birraria Poschiavina e con essa verrà lanciate a breve sul mercato la prima birra 100% Valposchiavo. L’iniziativa è opera di Davide Mutti, Nicola Frigerio e Gianluca Balzarolo, che si sono uniti in un’azienda che, come loro stessi hanno spiegato, vuole da un canto far rinascere un pezzo di storia della Valposchiavo e dall’altro offrire alla popolazione un nuovo prodotto di qualità che valorizzi e promuova ulteriormente l’intera filiera locale.

 

Una storia che parte da lontano

Correva l’anno 1850 quando la famiglia Hosig-Lardi decise che anche la Valposchiavo meritava la sua birra. Nasceva così la «Birraria Poschiavina» che in breve tempo si conquistò favori ben oltre i confini della Valle. Nel 1881 la Birraria Poschiavina passava ai fratelli Lucio, Giovanni e Pietro Zala che la trasformarono nella «Birraria Fratelli Zala». A seguito della scomparsa di Lucio e Giovanni, nel 1905 Pietro fu costretto ad aprire la sua azienda ad altri investitori. L’attività che nel frattempo comprendeva anche gazzose e limonate, tornò a chiamarsi nuovamente «Birraria Poschiavina». Gustosa chicca storica è proprio il nome «birraria», una scelta che indica come l’azienda producesse un solo tipo di birra. Oggi parliamo di «birreria», una realtà imprenditoriale che offre una scelta più ampia. Nel 2020 l’attività riprende nello stesso luogo, al Crot; la nuova azienda, costituita nello scorso mese di settembre, riprende sia la denominazione originale, sia il cristallo di ghiaccio stilizzato che decorava un tempo i tappi a molla, evocando la ghiacciaia dove veniva conservato il prodotto finito, ma anche le caratteristiche rinfrescanti della birra. Era dal 1929 che la produzione della birra poschiavina si era interrotta: la crisi economica degli anni Trenta colpì, infatti, il turismo e costrinse i mastri birrai a vendere l’attività alla Birraria Engiadinaisa di Celerina, poi rilevata dalla Calanda di Coira, oggi parte della multinazionale Heineken. Con la nuova «Bira» si torna a una tradizione artigianale e locale.

 

Valorizzare la storia e offrire un ulteriore prodotto locale di qualità

«Nell’atto di fondare l’azienda – così Gianluca Balzarolo – ci siamo posti due obiettivi ben precisi. Da un canto vogliamo offrire ai nostri clienti un nuovo prodotto locale di qualità e dall’altra vogliamo onorare un pezzo importante della storia valposchiavina. Particolarmente questo secondo obiettivo me lo sento molto vicino in quanto la mi azienda di commercio bibite è situata proprio all’interno di quella che allora era la ghiacciaia della Birraria Poschiavina. In questo senso ci siamo messi in contatto con i discendenti di quella che fu dapprima Birraria Fratelli Zala e quindi nuovamente Birraria Poschiavina, che si sono detti ben lieti di questa nostra iniziativa».

Per centrare il primo obiettivo, quello più importante relativo alla qualità e all’origine del prodotto, i tre imprenditori hanno sviluppato una strategia su due livelli che da un canto valorizza la filiera locale e dall’altro si fonda sulla formazione professionale.

«Per noi – così ci ha spiegato Nicola Frigerio – era molto importante che i nostri prodotti fossero marchiati con le denominazioni 100% Valposchiavo e Fait sü in Valposchiavo. Così ci siamo da subito concentrati su poche sorti e sulla valorizzazione di prodotti locali. Abbiamo da subito avviato una collaborazione con la Società cooperativa Campicoltura Valposchiavo per la fornitura di cereali. Abbiamo quindi sperimentato e assaggiato e così sono nate le nostre due birre dal nome evocativo di NAbira e LAbira. Le ricette delle due birre sono poi state sottoposte alla commissione dei marchi del progetto 100% Valposchiavo che ci ha consegnato il marchio 100% Valposchiavo per LAbira e Fait sü in Valposchiavo per NAbira».

«La mia passione per la produzione della birra – così Davide Mutti – è ben conosciuta e si fonda ormai su un’esperienza decennale. Al momento posso vantare il diploma di tecnico di birreria e a gennaio, coronavirus permettendo, inizierò a frequentare dei corsi a Monaco di Bavieria al termine dei quali potrò vantare la qualifica di mastro birrario. Nel frattempo abbiamo allestito questo nostro nuovo laboratorio negli spazi di quella che fu prima la Macelleria Luminati e quindi la Lardi Grafica e Viaggi in via da la Pesa 12. Tutta l’attrezzatura risponde agli ultimi standard in fatto di produzione di birra, così come si addice se si desidera poter offrire un ottimo prodotto. Personalmente sono convinto che attrezzatura, formazione ed esperienza siano tre fattori fondamentali nella produzione di birra, in quanto vi sono una miriade di possibilità per produrre birra, ma solo poche garantiscono una buona birra. Riuscire a trovare la ricetta giusta è un percorso lungo e certosino».

 

LAbira e NAbira sul mercato dal 13 dicembre prossimo

Un percorso che le ricette per LAbira e NAbira hanno già alle spalle, anche se per il momento i due prodotti della Birraria Poschiavina non sono ancora sul mercato. Il lancio ufficiale è infatti previsto in concomitanza con il tradizionale mercatino di Natale che dovrebbe aver luogo il prossimo 13 dicembre. Il condizionale, considerate la situazione attuale, è ovviamente d’obbligo. «Noi ci auspichiamo – così hanno concluso i proprietari della Birraria Poschiavina – di poter lanciare i nostri prodotti durante l’evento natalizio in Piazza, se così non fosse per le restrizioni dovute alla pandemia c’inventeremo comunque qualcosa. Sia come sia, garantiamo che per le feste natalizie si potrà brindare con le due nuove birre locali della Birraria Poschiavina».

Grigione Antonio Platz
Antonio Platz
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