«Una strategia comune nelle aree di confine»
In relazione all’estendersi del contagio del Covid–19 e ai conseguenti effetti sulla salute delle persone nei luoghi di lavoro, le organizzazioni sindacali italiane e svizzere attive nelle aree transfrontaliere ribadiscono la necessità che oltre alle misure già intraprese da ciascun governo si adottino d’ora in poi provvedimenti il più possibile omogenei tra Roma e Berna, volti a limitare la rapida diffusione del virus. «Serve, com’è sempre più evidente, una strategia comune rispetto ad aree geografiche di confine, fortemente interconnesse in termini economici e di sistema infrastrutturale, all’interno di un territorio che vede i più consistenti flussi del lavoro frontaliero in uscita dall’Italia - scrivono Unia, Syna, Ocst, Cgil, Cisl e Uil -. A tal proposito auspichiamo ulteriori e più efficaci iniziative congiunte dei Ministeri degli Esteri dei rispettivi Paesi, al fine di individuare linee guida comuni anche con i Governi cantonali di Bellinzona, Coira e Sion».
Nei giorni scorsi la preoccupazione delle amministrazioni locali si è concretizzata con richieste accorate di Comuni e Province di confine nei confronti dei Governi cantonali, nello specifico dei Comuni della Valchiavenna, della provincia di Como e del Verbano Cusio Ossola. «Facciamo nostre queste preoccupazioni e ribadiamo che la strategia d’intervento debba necessariamente passare attraverso la chiusura di tutte le attività non strategiche nei Cantoni di confine finalizzata alla riduzione dei flussi transfrontalieri - aggiungono i sindacalisti -. Sono inoltre necessari l'allargamento ulteriore dello smart working in tutte le attività compatibili, la garanzia dell’effettiva possibilità di lavorare nel rispetto delle norme igieniche accresciute e delle distanze sociali di sicurezza nelle imprese strategiche in attività, la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale e il mantenimento dei piccoli varchi aperti, a garanzia tanto delle viabilità quanto dei controlli della polizia di frontiera». I sindacati esprimono sostegno e vicinanza «a quei lavoratori che, in queste ore in Italia, sono costrette a ricorrere allo sciopero per affermare il proprio diritto alla salute nell’interesse generale delle comunità».