Vescovo Coira: domenica scade mandato
Scadono domenica prossima i due anni di proroga al mandato di Vitus Huonder quale vescovo di Coira. Se ancora nulla è dato sapere sui possibili successori, è certo però che le procedure per l'elezione, uniche come modalità di nomina di un vescovo e chiaramente regolamentate, stanno già trovando applicazione. Papa Francesco ha accettato la richiesta di pensionamento presentata da Huonder nell'aprile 2017, come previsto dal diritto canonico al raggiungimento dei 75 anni di età, ma soltanto a partire dalla Pasqua 2019, giorno in cui il prelato compirà 77 anni. Da domenica prossima, quindi, si attende il nome del successore. La procedura per l'elezione del vescovo di Coira - importante perché competente per vari cantoni, fra cui Zurigo - è unica nel suo genere: il Capitolo cattedrale, composto da 24 canonici, ha il "privilegio" di scegliere il capo della diocesi a partire da una terna di nomi proposti dalla Santa Sede. Il papa è poi chiamato a confermare il prescelto e quindi a nominare il nuovo vescovo. La prassi risale addirittura al 1448, anno del concordato di Vienna firmato tra papa Niccolò V, l'imperatore Federico III e i principi del Sacro Romano Impero, che diede al Capitolo di Coira questo diritto di elezione del proprio vescovo, in quanto giuridicamente considerato principe. Anche dopo la dissoluzione dell'impero, nel 1806, la procedura restò in vigore. Una prima conferma ufficiale della secolare prassi arrivò con la bolla pontificia "Imposita humilitati" del 1824, con cui Leone XII decretò che, per legittima e riconosciuta consuetudine, la scelta del vescovo di Coira restava diritto del capitolo di Coira. Risale invece al decreto pontificio "Etsi salva" del 1948 la procedura ancora oggi vigente, recepita negli statuti del Capitolo di Coira del 1986: se in precedenza i 24 canonici avevano pieni
poteri di scelta, ora possono solo indicare la propria preferenza sulla base di una lista di tre candidati proposti dal Vaticano e comunicarla al papa, cui spetta la parola finale. Ma da dove arrivano i nomi dei candidati? È compito dei nunzi apostolici comunicare alla Santa Sede la rosa dei papabili. Nella diocesi di Coira è previsto che tale comunicazione avvenga dopo
consultazione dei membri del Capitolo, così come di rappresentanti del clero e dei laici diocesani. Nel caso specifico della prossima elezione, è compito del nunzio
apostolico in Svizzera, Mons. Thomas Edward Gullickson, condurre tale procedura e consegnare i dossier di candidatura alla Congregazione per i vescovi in Vaticano, la quale redige l'elenco di tre nomi. Questa lista, se confermata dal Papa, viene in seguito inviata al Capitolo. Per essere inclusi nella terna bisogna soddisfare i criteri elencati nel codice di diritto canonico del 1983 per diventare vescovo. In particolare, si richiede che un candidato "sia eminente per fede salda, buoni costumi, pietà, zelo per le anime, saggezza, prudenza e virtù umane". Egli deve inoltre godere di buona reputazione, avere almeno 35 anni d'età ed essere sacerdote da almeno 5. Infine si richiede la laurea dottorale o almeno la licenza in sacra Scrittura, teologia o diritto canonico, oppure che il candidato "sia almeno veramente esperto in tali discipline". Le informazioni storico-giuridiche riportate sono tratte da un articolo scientifico scritto da monsignor Stephan Stocker, intitolato "Das Bischofswahlrecht und das Privileg des Churer Domkapitels" e pubblicato nel 2008 sulla "Schweizerische Kirchenzeitung", rivista ufficiale della Chiesa cattolica per la Svizzera tedesca, e da un articolo del responsabile della comunicazione della diocesi di Coira, Giuseppe Gracia, pubblicato sul sito della diocesi (2016).