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No Billag: si rafforza la tendenza al no

L'opposizione all'iniziativa No Billag in votazione il 4 marzo raggiunge ora il 65%, 5 punti in più rispetto a gennaio, indica l'ultimo sondaggio dell'istituto gfs.bern. Il nuovo regime finanziario 2021 suscita dal canto suo il 74% dei favori (+5). Nell'indagine commissionata dalla SSR spicca il Ticino con il maggior tasso di sì, rispettivamente del 48 e dell'81%.

Nel secondo sondaggio dell'istituto bernese pubblicato oggi, il 56% delle 1400 persone interrogate tra il 7 e il 14 febbraio si è dichiarato nettamente contrario  all'abolizione del canone radiotelevisivo e il 9% piuttosto contrario. Sul fronte opposto, il 22% degli aventi diritto ha detto che voterà a favore dell'iniziativa e l'11% è probabile che faccia altrettanto. Rispetto ai risultati del precedente rilevamento, resi noti il 26 gennaio, la quota di indecisi rimane stabile e debole: al 2%.

Secondo gli autori dell'indagine, che ha un margine di errore di 2,7 punti percentuali, la gran parte degli interpellati si è fatta oramai una chiara intenzione di voto e la possibilità di un'inversione di tendenza durante le ultime fasi della campagna è limitata. La partecipazione si situerebbe al 49% (-4).

A livello ragionale si mette in evidenza la Svizzera italiana per il tasso nettamente maggiore di favorevoli all'iniziativa: il 48%, a fronte del 33% in quella tedesca e del 31% in quella francese.

La maggiore opposizione a No Billag si riscontra fra i simpatizzanti dei partiti di sinistra, rispetto a quelli della destra parlamentare, precisa gfs.bern. Solo fra i sostenitori dell'UDC l'iniziativa raccoglie una maggioranza di consensi: il 66% (-10) di essi è in effetti assolutamente o piuttosto a favore, mentre il 41% la boccerebbe. Gli indecisi sono il 3%.

Per quanto concerne le maggiori motivazioni del voto, le argomentazioni rimangono le stesse. Il 60% (+2) dei fautori del sì ritiene che siano necessarie misure di risparmio in seno alla SSR. Sul fronte opposto, il 71% (+5) pensa che solo tramite il canone si garantisca un'offerta di qualità simile in tutte le regioni linguistiche.

Sulle tendenze di voto anche il gruppo editoriale Tamedia ha pubblicato oggi il suo terzo sondaggio, condotto in rete il 15 febbraio fra oltre 17'000 persone, con un margine di errore valutato a 1,1 punti. I risultati vanno nello stesso senso ma con uno scarto meno ampio: No Billag viene affossata dal 60% degli elettori e accolta dal 39% (+1). La "bocciatura" più decisa viene dalla Svizzera romanda (63%) rispetto a quella tedesca (58%) e italiana (54%).

Riguardo al nuovo regime finanziario, gfs.bern rileva che appena il 16% degli interpellati rifiuta di prolungare il diritto della Confederazione a prelevare l'Imposta federale diretta e l'IVA fino al 2035. Il tasso di indecisi in merito è ora del 10% (-5). La sola opposizione degna di nota, il 30%, proviene dai ranghi dell'UDC. Per regioni, si mette in evidenza ancora una volta la Svizzera italiana con l'81% di sì, seguita da quella tedesca (75%) e francese (68%).

Anche in questo caso Tamedia rileva scarti inferiori, ma pur sempre molto profondi: il 71% di sì (+12%) a fronte del 19% di no e di un 10% di indecisi.

Redazione 150
Keystone-ATS
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